Durante l’ultimo weekend a Torino, sono rimasta piacevolmente sorpresa da tutte le attrazioni che offre la città. Quella che fra tutte mi ha rubato il cuore è custodita nel suo più famoso edificio, il Lingotto. Oltre ad essere stato riconvertito in centro polifunzionale, adesso è sede della Pinacoteca Agnelli e della Pista 500, unica pista automobilistica del mondo sul tetto di un palazzo.
Sono stati cento gli anni di storia celebrati dal Lingotto lo scorso maggio, che fu la prima fabbrica italiana costruita in cemento armato. Un’ icona architettonica divenuta forse il simbolo dell’industria italiana, che oggi, da un paio di anni, ha assunto una nuova veste al passo con i tempi. Lo skyline torinese adesso ha un nuovo volto.
Uno sky garden dal tocco artistico sul tetto dell’ex stabilimento Fiat
Dove un tempo si collaudavano le autovetture, è fiorito un giardino pensile con quasi quaranta mila tra piante della macchia mediterranea. Piante erbacee, piccoli alberi, arbusti a basso consumo di acqua e fertilizzanti. C’è da dire che la trasformazione del Lingotto non si è fermata soltanto al verde dell’ecosostenibilità: ha abbracciato anche molti altri colori che vivacizzano l’ambiente attraverso opere di arte contemporanea. La vecchia pista oggi è percorribile esclusivamente da veicoli a propulsione elettrica, biciclette, monopattini e naturalmente a piedi. Così, da luogo di forte inquinamento, La Pista 500 è diventata luogo di incontro per torinesi e turisti.
Ogni colore ha un significato qui; grazie all’intervento della direttrice Sarah Cosulich la Pista 500 si è tinta di rosa: le narrazioni dell’arte e del mondo dell’automobile tradizionalmente maschili, qui vengono elaborati in prospettive plurali che comprendono, finalmente, anche il genere femminile. Si tratta di istallazioni, sculture e opere di sound art. La gran parte di esse si affermano a favore del ribaltamento del patriarcato finendo così per assumere i connotati di un’arte più inclusiva.
La regina delle opere del complesso è Pistarama di D. Gonzalez-Foerster, realizzata appositamente per la curva parabolica nord della Pista 500. Rientra in un ciclo di opere che l’artista definisce “Visioni Panoramiche”. In questo caso si assiste ad un collage di avvenimenti e personaggi che raccontano la storia dell’ex fabbrica Fiat, di Torino, ma anche di eventi storici i cui temi, come femminismo e anti-razzismo, continuano dopo tanti anni ad accendere le piazze di tutto il mondo. Non mancano i riferimenti alla cinematografia e alle figure di spicco del mondo della scienza e della cultura che hanno reso grande Torino in Italia e all’estero. I graffiti e le scritte incarnano la voce collettiva riprendendo slogan globali o addirittura incisioni di epoca romana.
La Pinacoteca Agnelli
Se l’arte della Pista 500 rappresenta uno slancio verso il futuro, la Pinacoteca Agnelli è come uno scrigno della storia dell’arte. Ed è proprio lo Scrigno che ospita la collezione. La struttura sopraelevata si staglia sul tetto ed è immediatamente riconoscibile dalla famosa bolla di cristallo, la sala conferenze.
È grazie al progetto dell’architetto Renzo Piano che il complesso ha l’aspetto attuale e ha a disposizione un eliporto. La collezione privata di venticinque capolavori appartenuti a Giovanni e Marella Agnelli ora è patrimonio fruibile da molti. Opere che spaziano dal Settecento al Novecento firmate da artisti del calibro di Canaletto, Balla, Modigliani, Renoir e tanti altri.
Se sei amante dell’arte e della natura come me, e vuoi approfondire al meglio il dialogo tra tradizione e contemporaneità, ti consiglio di prenotare una visita guidata. È stato un piacere farsi accompagnare da un mediatore culturale. Sergio, è stato capace di coinvolgere e far capire a tutti le idee ed i processi che rendono la visita alla Pinacoteca Agnelli una delle esperienze imperdibili da vivere a Torino.
Il Lingotto non è l’unica realtà piemontese dove arte e natura si fondono. Durante il mio soggiorno nelle Langhe ho visto per la prima volta distese di vigneti che fanno da scenografia a coloratissime opere contemporanee. In questo articolo condivido con te l’itinerario del mio soggiorno, spero possa esserti d’ispirazione.
Elena