Non solo passito: cosa mangiare a Pantelleria

cosa mangiare a Pantelleria

A cosa pensi quando senti parlare di Pantelleria? Fino all’anno scorso, quando arrivai sull’isola per restarci qualche mese a lavorare, io pensavo subito al passito, anche se probabilmente non l’avevo mai assaggiato gustandolo davvero.

In quei mesi, da buon forchetta quale sono, non mi sono mai tirata indietro davanti al cibo locale: questo blog post è per raccontarti cosa mangiare a Pantelleria, oltre che per convincerti ad assaggiare il passito, naturalmente.

Il passito di Pantelleria

Pantelleria, terra forgiata da estreme condizioni ambientali, regala grande stupore. La meraviglia abbaglia la vista la prima volta che visiti il Lago di Venere, e continua ad accompagnare i tuoi sensi durante il viaggio. Per assaporarla a pieno, invece, occorre assaggiare il nettare che qui nasce da tanto tempo, il suo passito.

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La vite ad alberello

Il passito di Pantelleria è un prodotto DOC (a denominazione di origine controllata), derivante dalla lavorazione di uva zibibbo. Oltre al delizioso sapore dolce e aromatico, la sua autenticità si manifesta già dalla coltivazione della materia prima: qui l’uva cresce sulla vite ad alberello. Dal 2014, questa pratica agricola è stata inserita dall’Unesco nella lista del Patrimonio Immateriali dell’Umanità. La chiamano agricoltura eroica: per difendere le piante dal vento che a Pantelleria soffia costantemente, e trattenere l’acqua delle scarse piogge che vi cadono, esse vengono coltivate in conche profonde 20 cm. Questa struttura mi ha ricordato il paesaggio vitivinicolo di Lanzarote, che è sottoposto a condizioni climatiche simili.

Furono i Fenici che carpirono oltre 2000 anni fa, il potenziale del passito, che chiamavano “l’oro di Pantelleria”. Grazie alle tecniche di lavorazione tramandate oralmente di padre in figlio, oggi esistono oltre 20 etichette di passito sull’isola, apprezzato ed esportato in tutta Italia e all’estero.

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Alla cantina Basile

Il vino e il passito locali si vendono in tutti i supermercati, nei bar e nei ristoranti, ma ti consiglio di regalarti un aperitivo con annessa visita guidata in una delle cantine, sarà l’occasione per godersi dei fantastici tramonti bucolici. Ecco alcune di quelle che ho visitato e alcuni vini che mi hanno appassionata:

  • Cantina Marco de Bortoli: in contrada Bukkuram, che in arabo significa padre della vigna – il vino Pietranera e passito;
  • Cantina Basile: in contrada Bukkuram – il vino Sora Luna e passito;
  • Dietro l’Isola: il suo famoso passito;
  • Azienda agricola Bonomo: oltre al vino e al passito, potrai assaggiare confetture e marmellate realizzate con i frutti dell’isola, e le tipiche fave cunzate, senza dimenticare i capperi.

Sua maestà il cappero

Fin da tempi antichi, i capperi hanno trovato a Pantelleria l’habitat ideale dove crescere spontaneamente. Il loro gusto particolare e la loro versatilità in cucina è sempre stata apprezzata dall’uomo, soprattutto qui, dove sua maestà il cappero si è guadagnato il riconoscimento di prodotto I.GP. (indicazione geografica protetta).

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La Capperaia Bonomo

Non si consuma solo l’infiorescenza della pianta, comunemente chiamata cappero, ma anche il suo frutto, ovvero il cocuncio, e le sue foglie. Tutto ciò l’ho imparato grazie alla visita guidata che ho fatto presso la Cooperativa Agricola Produttori Capperi, dov’è possibile conoscerne la storia e gli usi, vedere con i propri occhi il processo di produzione e incontrare di persona coloro che con tanto impegno, da maggio ad agosto, di dedicano alla raccolta a mano nei campi.

I soci della cooperativa producono, inoltre, del pregiato origano che a differenza degli altri non viene macinato, ma anch’esso setacciato a mano.

Ti suggerisco di visitare la Capperaia Bonomo: un panorama pazzesco che testimonia la simbiosi tra l’essere umano e la terra sull’isola. Ancor meglio se al tramonto!

Cosa mangiare a Pantelleria: i piatti tipici

Se ti stai ancora chiedendo cosa mangiare a Pantelleria, tieni a mente che, oltre alle eccellenze enogastronomiche di cui ti ho parlato nei paragrafi precedenti, i suoi piatti tipici conservano ancora i sapori del crocevia di popolazioni che si sono susseguite sull’isola, soprattutto di quella araba. Ti lascio una lista di piatti che, a mio parere, vanno provati prima di lasciare l’isola:

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Pianta del cappero
  • Cous cous Pantesco: a base di pesce e verdure fritte;
  • Spaghetti alla pantesca: spaghetti con acciughe, olive verdi, capperi, pomodorini, olio extravergine di oliva, pane grattugiato (chiamato panze cunzato) ed erbe aromatiche;
  • Insalata Pantesca: un’insalata fredda a base di patate lesse, capperi di Pantelleria, cipolla cruda, pomodori freschi e, come tocco finale, pesce asciutto;
  • Bacio Pantesco: è il dolce più buono dell’isola, io me ne sono innamorata! Sono delle frittelle farcite con crema di ricotta e gocce di cioccolato, dalla forma che richiama un fiore. Troverai in molti negozi lo stampino che serve per la sua fedele preparazione, intanto ti lascio il link della ricetta se vuoi provare a casa.
  • La Panteska: la birra artigianale dell’isola.

Dove mangiare a Pantelleria

Il Bacio Pantesco

Tanti sono i punti di ristoro rinomati sul territorio, questi sono i miei preferiti:

  • L’emporio del Gusto: per una colazione, merenda, spuntino veloce o aperitivo. Fanno un bacio pantesco buonissimo;
  • Cicci’s bar: pranzo o una cena a base di razioni di piatti diversi, come le tapas spagnole;
  • Ristorante La Vela: per una cena romantica a base di pesce fresco, in riva al mare;
  • U Friscu: aperitivo, pranzo, cena o colazione, in un ambiente intimo al riparo dalla calura estiva;
  • Il Maestrello: per una pizza da asporto al metro super saporita, da gustarsi in riva al mare.

Spero che i miei consigli abbiano stimolato e le tue papille gustative e ti abbiano convinto ancor di più ad organizzare una vacanza a Pantelleria!

Elena

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